DI Jacopo Coppini
E’
già iniziato il valzer delle consultazioni nei vari schieramenti
politici, per contrattare il nome, “condiviso da tutti”, di colui che,
“rappresenti tutti gli italiani e che sia sopra le parti”. Proprio da
quest’ultima considerazione vorrei partire: può essere un uomo eletto da
un Parlamento, quindi da partiti politici, rappresentare tutti,
garantire i valori comuni, o ancora più, per assurdo, essere sopra le parti? Chiaro che non può esserlo, in
quanto, appunto, eletto da rappresentanti di partito, o dalla pressione,
esercitata su queste persone, di qualche lobby esterna al Parlamento.
Il futuro Presidente della Repubblica, in primis, quindi dovrà fare gli
interessi di queste persone. Forse nel sistema repubblicano, solo un
voto diretto dei cittadini potrebbe limitare questo, ma i nomi dei
“candidabili” sarebbero, comunque, sempre scelti nelle sedi di partito,
quindi, sempre un pastrocchio.
In quest’ottica, l’unica persona, super partes, che può rappresentare e
fare scelte per la tutela di tutti i suoi cittadini non può essere certo
una persona che uscirà fuori dalla votazione di un manipolo di
politici, ma un uomo con un titolo ereditario (monarca, principe,
granduca). In Europa di esempi così ne abbiamo abbastanza: il Regno di
Danimarca con Regina Margherita II, il Regno di Norvegia con Re Harald
V, il Regno Unito di Gran Bretagna con Regina Elisabetta II, il Regno di
Svezia con Re Carlo Gustavo XVI, i Paesi Bassi con Re Guglielmo
Alessandro, il Regno di Spagna con Re Filippo VI, il Principato di
Monaco col Principe Alberto II, il Regno del Belgio con Re Filippo, il
Principato del Liechtenstein col Principe Alois (Luigi), e infine, il
Granducato di Lussemburgo col Granduca Enrico.
Molti associano, o meglio vedono, la forma repubblicana l’unica che
rappresenti la Democrazia, ovvero, vedono l’istituzione che garantisce
il “potere decisionale al popolo, la sovranità popolare”; non mi sembra
esattamente così, basta pensare a noi italiani negli ultimi tre anni
almeno, il popolo non ha certo avuto tutta questa sovranità sbandierata,
soprattutto, nelle scelte politiche! Mentre la Monarchia viene vista e
associata come un regime conservatore, rappresentante dell’aristocrazia,
se non, addirittura, una forma di governo retrograda. Quest’idea di
pensiero, non solo è sbagliata, ma anche superficiale; se vediamo,ad
esempio, le Monarchie del nord Europa, Norvegia, Svezia, Paesi Bassi,
Danimarca, sono all’avanguardia sia come sovranità nazionale e
istituzionale, come qualità di vita, come ricchezza culturale, come
diritti civili, solo per citare alcuni esempi. E con grande stupore,
udite udite, anche i livelli dei costi sono più contenuti rispetto a un
Presidente delle Repubblica! Riporto un solo dato, Napolitano ha avuto
un organico al suo servizio di 1.787 persone per un costo di 221.000.000€, la Regina Elisabetta II ha un personale di 423 persone al servizio, per un costo di 18.420.000€!
L’idea, sbagliata, di concepire la visione di una Monarchia
conservatrice e reazionaria, ha contribuito all’espulsione e
cancellazione di molte dinastie regnanti europee; per ragioni diverse,
oltre a quella riportata prima, una delle scusanti più comuni è stata
attribuita alle scelte sbagliate di vari tipo e/o alle guerre perse;
che, in passato, hanno avuto una forma di stato monarchico, ricordiamo:
Russia, Germania, Bulgaria, Grecia, Romania, Portogallo, Italia, vari
Stati balcanici; queste sono alcune Nazioni che mi vengono in mente,
dove, instaurate le svariate forme repubblicane, abbiamo assistito a
periodi grigi, tristi, in molti casi sanguinosi, e di lento declino.
Il tempo e la storia, in molti casi, ci hanno detto che le Monarchie
attuali, parlamentari e costituzionali, rispetto alle Repubbliche, sono,
indubbiamente, simbolo di continuità istituzionale, questo è chiaro e
ovvio; ma anche di unità Nazionale; pensiamo al Belgio, tra il 2010 e il
2011, ha conosciuto un periodo di instabilità politica, le forze
parlamentari in questo intervallo di tempo, più di 500 giorni, non
riuscirono a formare un governo, senza una chiara gestione politica e
con i fiamminghi che premevano per una scissione, solo il Re, è stato il
riferimento che ha saputo gestire la situazione, garantire l’unità
Nazionale e la stabilità istituzionale, non a caso è definito “Re dei
Belgi”, e non, “Re del Belgio”, proprio perché rappresenta, in modo,
neutrale, equo, imparziale, equilibrato, le due principali comunità che
costituiscono il popolo belga, fiamminghi e valloni, forse anche per
questo è visto come un collante tra le due parti.
In conclusione, penso che nell’attuale scenario, sempre più deprimente e
avvilente, che sta vivendo l’Italia, servirebbe una persona dalla
levatura, morale e istituzionale, come i nomi e gli esempi citati prima,
che sia garante dell’interesse nel rappresentare tutti, ma, per ovvi
motivi tristemente noti, almeno per adesso, non possiamo aspirare a una
personalità così.
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